Racconti

Sono migliaia i racconti, vuoi editi e pubblicati su riviste e rassegne nazionali, vuoi inediti. Riteniamo che, seppur con gradualità, sia gradevole pubblicarli sul sito offrendo tutto il piacere della lettura di un artista che ha attraversato i suoi novant’anni letterari in maniera originale e personale. Iniziamo dai “piedi della mia terra”, dal suo elemento vincente che il pennello e la creta hanno riprodotto in centinaia di opere. E’ sotteso il significato più autentico, ma forse anche spesso recondito, del suo continuo incedere.

“piedi della mia terra”

“piedi della mia terra”

Piedi nudi, sporchi, rattrappiti, doloranti, piedi dilatati, annichiliti, piedi sui pedali, sulla luna, piedi striscianti, storpiati, piedi animaleschi, callosi, a dondolio o zavorrati, piedi evanescenti o abbozzati…. e comunque e sempre supportanti l’umano andare dell’uomo, ad ogni latitudine, nel cammino d’ogni tempo….”perché le dita ormai sono radici alla terra che le ha fatte sue”.

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Poi un Natale di guerra, 1944 e con esso un presepe in Polonia, nel duomo di Warthenau. Il “pan artista” crea pastori in terracotta ed offre ai polacchi di quella città e persino ai tedeschi oppressori, attimi di gioia. Una città si raccoglie attorno al presepe più grande e, diciamo noi, più bello forse, di un’intera comunità in nome della pace.

Di questo presepe polacco, a 71 anni di distanza, non resta più nulla; né i pastori in terracotta, né probabilmente l’altoforno al cui calore furono cotte le crete dei pastori.

Solo una foto sbiadita, fatta allora dall’autore, del Duomo innevato ed il racconto, memoria storica, pagina d’un’atroce guerra vissuta  “al più grigio cielo d’Europa”.

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